Durante l’iniziativa è stata presentata la nascita della fondazione Next Generation EuroPA
Palazzo Buontalenti, nel cuore di Firenze, è stato teatro, nel pomeriggio del 29 settembre, dell’evento “Il destino comune delle Pubbliche Amministrazioni in Europa. Le strategie e gli strumenti delle istituzioni comunitarie e locali per promuovere una gestione pubblica inclusiva ed efficiente”.
L’evento – ospitato dallo European University Institute (EUI) – è stato l’occasione per avviare una discussione su temi come l’europeismo e il dialogo tra le istituzioni e i cittadini in Europa insieme ad importanti rappresentanti del mondo accademico e politico ma anche per presentare il progetto che ha portato alla recente costituzione della fondazione Next Generation EuroPA.
“La nostra realtà nasce con l’intento di promuovere una riflessione sull’etica e la morale che opera a tutti i livelli, dalla vita pubblica fino alle grandi ‘battaglie’ del presente”. Così il Presidente della fondazione Next Generation EuroPA, Marcello Ralli, illustra i propri obiettivi. “Crediamo nell’Europa dei popoli e negli ideali dei padri costituenti per dare alle nuove generazioni qualcosa di diverso rispetto a quello che stiamo lasciando”.
Tra i saluti istituzionali, è intervenuto Marco Del Panta, Segretario Generale dell’European University Institute: “La nascita della fondazione Next Generation EuroPA rappresenta un elemento particolarmente interessante per riflettere sulla relazione tra cittadini e istituzioni. Infatti, l’Istituto Universitario Europeo, la prima iniziativa accademica di stampo europeo, ha tra i suoi obiettivi quello di portare avanti una formazione continua per tutti i manager e professionisti che operano nelle amministrazioni italiane ed europee”. Il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha affermato: “Il dialogo tra istituzioni locali e organi comunitari è fondamentale per risolvere molti problemi come, ad esempio, quello ambientale. Per fare un passo in avanti è necessario che le istituzioni diano spazio ad una ‘next generation’ capace di mettere l’uomo e i suoi diritti al centro”.
Secondo Marco Buti, Part-time Professor, Robert Schuman Centre for Advanced Studies, European University Institute, “Nel momento della crisi pandemica, ha prevalso l’interesse comunitario, di tipo solidaristico. La riforma strutturale dei paesi europei passa necessariamente da una riforma della pubblica amministrazione che permetta di cambiare l’efficienza del sistema. Con il PNRR si è cambiato radicalmente l’approccio e le relazioni tra i Paesi e l’EU. Gli enti virtuosi possono irradiare la loro esperienza positiva anche su quelle realtà meno efficienti tramite un confronto tra pari che crei un più elevato senso di appartenenza verso il sistema delle realtà pubbliche”.
Nicoletta Parisi, Docente di Diritto internazionale presso l’Università Cattolica S.C. e Vicepresidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo, ha messo l’accento sul fatto che l’Unione Europea è “un’organizzazione atipica. Si fonda sul concetto di integrazione e gli Stati sono i protagonisti della grande operazione che l’Unione ha messo in piedi per raggiungere un destino comune. In questo contesto, i cittadini e la democrazia partecipativa rappresentano il perno della costituzione europea. La trasparenza serve ad assicurare il funzionamento della macchina amministrativa. Anche i cittadini devono essere vigili e monitorare l’attuazione delle politiche pubbliche”.
Claudio Radaelli, Professor of Comparative Public Policy, School of Transnational Governance, European University Institute, si è soffermato sui valori che devono guidare il manager pubblico: “Osservo spesso che l’etica pubblica viene collegata direttamente alla questione della corruzione. È vissuta quasi come vincolo, anziché come opportunità. Dall’ossessione per il controllo dobbiamo passare a un’accountability della P.A., non solo nei confronti del politico, ma anche della cittadinanza. Si devono avviare percorsi formativi per il manager pubblico che insegnino l’umiltà e l’importanza di mettersi dalla parte dei cittadini”.
Durante l’evento, in rappresentanza del mondo giovanile, è intervenuto Francesco Marchionni, Consigliere di Presidenza e Vicario del Consiglio Nazionale dei Giovani: “Noto, spesso, una banalizzazione del ‘giovane’ che viene presentato, spesso, come lontano dalla vita pubblica. Dalle ricerche che portiamo avanti, si può osservare come i giovani partecipino più attivamente di altre generazioni al benessere sociale del Paese. C’è attivismo, c’è fermento, ma è necessario cambiare la percezione sbagliata che si ha del giovane. È necessario un cambio di paradigma”.
“Nel dibattito corrente – spiega Chiara Favilli, Professoressa di Diritto Europeo presso l’Università degli Studi di Firenze – sfugge che l’Unione Europea è l’unica organizzazione eletta direttamente dei cittadini. Gli stati sono i veri protagonisti dell’attuazione delle politiche europee. Se le decisioni non fossero applicate a livello nazionale, la normativa dell’UE sarebbe nulla”.

